Milan, Kakà: "Al Real mi sono smarrito, fui felice di tornare. Peggior sconfitta? Non ho dubbi..."
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Direttore: Alessandro Plateroti

Milan, Kakà: “Istanbul è la mia peggior sconfitta”

Ricardo Kakà Milan

L’ex stella del Milan, Kakà, torna a parlare della sua carriera a pochi mesi dal ritiro.

Qualche mese fa il calcio giocato ha perso Ricardo Kakà, un talento formidabile che fece le fortune del Milan di Ancelotti. Intervistato dal portale brasiliano UOL, quest’oggi l’ex numero 22 rossonero è tornato a parlare della sua carriera, partendo dalla difficile parentesi di Madrid: “Nel 2009 accettai la proposta dei Blancos, ma dopo il passaggio al Real ero completamente distrutto per non essere riuscito a dare quello che avevo dato al Milan. Ero completamente perso e smarrito“.

Le difficoltà di Kakà furono di livello ambientale: “In Italia tutti mi amavano, mentre in Spagna tutti volevano che me ne andassi. José Mourinho è stato un allenatore difficile per me. Quando ho pensato che mi avrebbe dato una possibilità, poi non è mai successo. Non potevo dimostrargli che ero in buona forma. Mi sono allenato, ho combattuto e pregato tanto, ma non avendo ricevuto la fiducia del tecnico, ho capito che non potevo lavorare con lui. Ero molto felice di lasciare il Real per tornare al Milan“.

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Milan, Kakà: “In futuro potrei lavorare col San Paolo

L’ex asso brasiliano ha quindi parlato della peggior sconfitta che riesce a ricordare: “In assoluto la peggiore è stata la finale col Milan in Champions League contro il Liverpool. Una delle più difficili e allo stesso tempo una delle più grandi lezioni che ho avuto nel calcio. Ho imparato che non avevo il controllo sulla vittoria. La squadra era una delle migliori della storia rossonera, una delle migliori difese mai esistite, e prese tre gol il sei minuti“.

Dopo aver smesso, Kakà finora non ha pensato a cosa fare ‘da grande’: “Sono andato a vedere una partita del Real Madrid contro il Borussia Dortmund in Champions League e poi una partita del Milan a San Siro, dove sono sceso in campo. I tifosi mi hanno intonato cori emozionanti e ho capito che ero nel posto dove avrei voluto essere: con loro in curva a guardare la partita e tifare. Così ho deciso di non giocare più. In futuro potrei lavorare col San Paolo, ma non voglio fare né l’allenatore né il commentatore“.

Milan
Il Milan di Kakà

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ultimo aggiornamento: 17 Aprile 2018 22:14

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